Un omaggio a Averardo Amadio:
una piantagione simbolica in memoria del fondatore del WWF Veneto
Sabato 30 novembre, presso la sede di Via Quinzano, si è svolto un evento speciale per commemorare la figura di Averardo Amadio, fondatore del WWF Veneto e storico protagonista dell’ambientalismo italiano. Un momento emozionante che ha visto l’installazione di un tiglio, pianta simbolica che rappresenta la sua dedizione per la natura e per una Verona più verde e sostenibile. Questo gesto, simbolo di un impegno che ha attraversato oltre 50 anni di lotte per la tutela dell’ambiente, è stato arricchito dagli interventi di diversi protagonisti legati alla causa di Averardo Amadio.
La cerimonia è iniziata con un’introduzione di Fabio Cortesi, che ha voluto sottolineare l’importanza della memoria e della preservazione dell’eredità di Averardo. A seguire, Michele Dall’O’, presidente del WWF Veronese, ha ripercorso gli insegnamenti di Averardo sugli alberi, facendo riferimento al suo ultimo progetto, “Un’altra idea di città”, un piano che promuoveva la piantumazione e la gestione sostenibile del verde urbano. Con 4500 alberi piantati in passato e 500 nuovi alberi quest’anno, il WWF Verona sta mettendo in pratica il suo sogno per una città più verde.
Dice Averardo di non spendere soldi per un convegno su di lui.
E nemmeno stampare un libro che prima o poi finirà in una libreria a fare polvere.
Prendete quello che vorreste spendere e donatemi un bosco.
I soldi giungeranno da coloro che mi vogliono dire grazie
e da coloro che vogliono regalare bellezza e futuro.
Non comprate alberi o sementi, li manderà il vento,
e gli uccelli si poseranno sulle specie arbustive pioniere, depositando quanto necessario.
Si, aiutate la natura, aiutatela con l’acqua, con quanto vorrete fare
ed accogliere, ma non pensate di creare meraviglia e tutela già dove esiste.
Lì basta stare in silenzio ed aprire gli occhi, e fermare lo scempio di chi non ha
ancora capito che siamo ciò che respiriamo.
Spendete poco, non servono panorami, né luoghi speciali, perché tutto il pianeta è speciale.
Prendete la terra che vi verrà incontro.
E non spaventatevi. A me basta che la mia voglia di amare la Terra e tutte le specie che la abitano,
assieme all’uomo che ha il potere e la responsabilità maggiore,
continui e viva.
A me basta che, come ho fatto, altri non smettano di sognare.
A me basta che i giovani sappiano che possono rimanere tali anche dopo i 99 anni,
se trovano un senso al cammino e conservano occhi per vedere,
mani per piantare e parole per dire per conto di chi non ha voce .
A me basta che nonostante burocrazia e senso di insufficienza
voli un uccello che non sarebbe involato, fiorisca un albero che non doveva nascere,
viva la biodiversità dov’era il deserto.
Ed allora, ci sarò, con voi.
Dice Averardo.
Fabio Cortesi
Aprile 2020
Luciano Corso ha continuato con un approfondito excursus sul percorso di Averardo nel WWF, mettendo in evidenza la sua personalità unica, una figura pacata ma sempre risoluta nel raggiungere gli obiettivi. Non è mancata la lettura di una bellissima poesia, che Fabio Cortesi ha scelto per l’occasione, e che rappresenta perfettamente l’essenza del ricordo di Averardo.
Francesco, il figlio di Averardo, ha poi preso la parola con un discorso emozionante. Un momento toccante è stato quando la figlia e la nipote di Averardo hanno scoperto la targa commemorativa posta ai piedi del tiglio, una pietra donata da Sandro Fasoli, simbolo di un legame che continua nel tempo.
Solo due parole di ringraziamento.
Mi presento sono Francesco, uno dei tre figli di Averardo. Oggi qui con noi anche le mie sorelle, mia moglie e una mia figlia.
Qualche giorno fa Fabio Cortesi mi ha informato di quanto sarebbe accaduto oggi.
Mi ha fatto sinceramente molto piacere sia il gentile invito ed ancora di più essere informato del programma.
Ho letto che piantare un albero in ricordo di una persona scomparsa è un gesto simbolico che unisce la memoria della persona defunta alla vita e alla natura.
Gli alberi, come la natura stessa, sono simboli di cicli di vita, rinnovamento e resilienza. Piantare un albero per una persona che non è più tra di noi è un segno di speranza che la memoria della persona continuerà a vivere, e che la vita va avanti anche dopo la morte.
E’ simbolo di Connessione con la natura: Questo gesto rappresenta un ritorno alla terra e un legame con la natura, che è fonte di vita e rinnovamento.
Cito le parole di Franco Tassi, tratte da un suo scritto: piantare un albero è messaggio di riconciliazione dell’uomo con la natura, è un messaggio di rinascita della foresta e della vita la dove sono state inconsciamente annientate. L’albero rappresenta il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza.
A mio avviso il Vostro di oggi è un gesto di grande generosità: nei confronti di Averardo perché gli date la possibilità di stare ancora con Voi e di partecipare alle vostre battaglie; nei confronti di chi potrà godere nel guardare semplicemente quest’albero traendone ispirazione e creatività, guardandolo con occhio giovane, libero, aperto.
Cito nuovamente Franco Tassi: …uno dei padri della chiesa ammoniva: troverai più nei boschi che nei libri.
Grazie per il grande regalo con il quale avete voluto ricordare Averardo.
Oserei dire: buon albero a tutti.
Francesco Amadio
Il tutto è stato accompagnato dal suono squillante dei pettirossi, che hanno fatto da sottofondo naturale, celebrando la vita e la passione di un uomo che ha dedicato la sua esistenza alla tutela dell’ambiente. La piantagione del tiglio, curata con grande attenzione, ha coinvolto anche i presenti, che hanno partecipato con entusiasmo, contribuendo a scavare la buca con attrezzi manuali. Durante questa operazione, è stato necessario fare la buca un po’ più in là rispetto al punto iniziale, a causa di un incontro con un tubo dell’acqua. Questo piccolo imprevisto non ha causato danni, ma ha reso ancora più significativo il momento di collaborazione e impegno.
Nicola Bussola, arboricoltore professionista, ha spiegato con grande competenza la delicatezza della piantagione. Ha sottolineato come sia fondamentale non soffocare il colletto della pianta e come il tiglio, una pianta di circa dieci anni, abbia bisogno di attenzione particolare nelle prime fasi di crescita. Dopo la piantagione, è stato necessario sistemare i tutori per mantenere le radici stabili mentre la parte superiore della pianta potesse muoversi liberamente al vento. Nicola ha ricordato che nei primi tempi sarà fondamentale l’annaffiatura, ma che in seguito il tiglio sarà in grado di crescere autonomamente, simboleggiando così la continuità dell’impegno per la natura che Averardo ha sempre portato avanti.
Questo evento rappresenta non solo un tributo a un uomo straordinario, ma anche un passo concreto verso un futuro più verde e più sostenibile per tutti noi.